Il benessere aziendale è la capacità di un’organizzazione di garantire, oltre alla collaborazione, una qualità dell’ambiente lavorativo tale da permettere ai dipendenti di stare bene a livello fisico, psicologico e relazionale.
Una condizione che nasce dal singolo e si diffonde nel gruppo, che genera soddisfazione ed efficienza negli ambiti lavorativi e relazionali e che aiuta il perseguimento degli obiettivi e la produttività individuale, di team e organizzativa.
Il benessere nello studio, così come in azienda, è:
- lo “stare bene” nel senso fisiologico e fisico del termine;
- il “funzionare bene” relativo a ciò che si fa in azienda.
Entrambe le dimensioni sono riconducibili ad aspetti relazionali e ad aspetti operativi. I rapporti che si instaurano con i colleghi o con i titolari dello studio, le modalità con cui si comunica, il clima ed i valori condivisi o meno, il grado di stress, il livello di sicurezza percepito. Ma anche le modalità con cui ognuno svolge le proprie attività ed i compiti quotidiani, il fare o non riuscire a fare quello in cui si è maggiormente capaci e performanti oppure quello per cui ci si sente riconosciuti, il livello di incertezza/certezza sull’attribuzione di responsabilità o sul chi deve fare cosa, la caccia al colpevole in caso di errori. Tre sono gli aspetti tanto “soft” quanto rilevanti alla base della creazione di benessere: collaborazione, responsabilità e senso di appartenenza.
Collaborazione
Collaborazione. Una parola gettonatissima di cui si sente parlare, ormai, in ogni contesto. Ma in cosa consiste davvero la collaborazione? Quali sono i suoi reali benefici?
Collaborazione vuol dire partecipare insieme con altri a un lavoro, unire gli sforzi per il raggiungimento di un fine comune. Collaborare vuol dire creare una relazione sinergica tra diverse parti (persone, reparti, uffici, dipartimenti, fornitori, ecc.), vuol dire mettere in comune competenze, conoscenze, talento, informazioni, risorse per lavorare insieme e raggiungere un risultato che prima non esisteva, produrre qualcosa di meglio di ciò che non si sarebbe potuto fare da soli: la soluzione di un problema, una nuova idea, prodotti migliori, un miglioramento del know-how. Una buona collaborazione produce una qualità migliore, facilita l’esecuzione dei progetti, migliora l’efficienza dei team, crea ambienti di lavoro migliori, fa crescere le organizzazioni, crea benessere.
La collaborazione dovrebbe entrare a far parte della cultura aziendale e non un essere un qualcosa di occasionale.
Per far questo, il titolare deve stimolare le persone a lavorare insieme. A superare la competizione e la paura di perdere valore agli occhi del titolare stesso. Deve assicurarsi di avere nella stanza persone con le competenze più adatte e la mentalità adatta, deve far capire che lo sforzo collettivo accresce il valore di ogni individuo invece di sminuirlo. Per collaborare occorre fondere la responsabilità individuale di ogni parte nel lavoro collettivo.
Responsabilità
Ed ecco la nostra seconda parola cardine del benessere: responsabilità.
Responsabilità è la capacità di rispondere. Vuol dire essere abili abili nel dare risposte. Nel rendere conto delle proprie azioni. Significa sentirsi “causa”, soggetto attivo delle proprie azioni e delle situazioni che si vivono. Significa allontanare la logica viziosa del “non è colpa mia”, “deve farlo il mio collega”, “non posso farci niente”. Allontanare la tentazione di dare alibi come risposte, ovvero quella logica malsana che rischia di innescare una catena senza fine di deresponsabilizzazione e focus su variabili esterne, fuori dal proprio controllo, bloccando in loop di lamentela senza fine che impedisce ogni tipo di analisi mirata al miglioramento.
Per sviluppare responsabilità occorre creare in ognuno il senso di fiducia di poter portare a termine con successo il proprio compito. Occorre favorire in ognuno la capacità di partire da se stesso, potenziare e stimolare la crescita professionale, non solo in termini di competenze, ma anche di auto – consapevolezza, ampliare la tolleranza all’errore e all’accettazione di momentanee difficoltà come momenti di apprendimento, occorre alimentare il riconoscimento e la valorizzazione dei comportamenti virtuosi.
Senso di appartenenza
Queste dinamiche nutrono il senso di appartenenza e di unità all’interno dello studio professionale.
Il senso di appartenenza porta il singolo a sentirsi parte di qualcosa più ampio. Lo spinge a dare il proprio contributo, impegnandosi e agendo sempre nella direzione del bene comune. Metaforicamente parlando quando le persone si sentono “sulla stessa barca” hanno la percezione che il “sentirsi parte di un gruppo” e “sentire che il gruppo è parte di sé” si fondano insieme. Questo porta fa sì che le persone facciano di tutto per stare e fare bene insieme agendo come un tutt’uno!
La collaborazione reciproca, la responsabilità condivisa e il senso di appartenenza diffuso incidono profondamente sul clima organizzativo. Lavorare e vivere l’ufficio così porta soddisfazione e serenità.
Il benessere in azienda
Soddisfazione e serenità sul luogo di lavoro nutrono concentrazione e motivazione.
Ovvero la capacità di focalizzarsi sul lavoro senza particolari distrazioni, limitando gli sprechi di tempo ed energia, e mantenendo un atteggiamento attivo, positivo, propositivo e più produttivo. Soddisfazione e serenità creano anche apertura al cambiamento. Le persone si sentono coinvolte e ingaggiate e immerse in un ambiente sicuro, si fanno forza vicendevolmente per affrontare situazioni nuove, più impegnative e stressanti.
Le persone immerse in un clima di collaborazione, responsabilità condivisa e senso di appartenenza saranno soddisfatte e serene del proprio lavoro. Quindi, stando bene al lavoro, contribuiranno in modo esponenziale a generare e mantenere benessere in azienda.
Cosa serve per favorire il benessere aziendale?
Queste dinamiche positive, che portano il benessere in azienda si costruiscono intenzionalmente e quotidianamente orientandosi su iniziative che mettono le persone al centro:
- sviluppare le soft skills attraverso percorsi di formazioni ad hoc
- sviluppare autoconsapevolezza personale o di team con percorsi di coaching
- agevolare partecipazione, comunicazione, collaborazione, stimolare il problem solving, sbloccare creatività e facilitare il pensiero di gruppo attraverso momenti di facilitazione, supportati dal metodo LEGO® SERIOUS PLAY® e dalla creazione di modelli tridimensionali, metafore visive di concetti astratti.