

Le startup innovative, definite dal decreto-legge n°179 del 18 ottobre 2012 possono beneficiare di numerose opportunità di accesso ad agevolazioni e finanziamenti.
Recentemente il decreto-legge n°34 del 19 maggio 2020, ha introdotto nuove misure volte per sostenere la nascita e la crescita delle startup italiane, prevedendo forme di finanziamento a fondo perduto ed incentivi per gli investimenti.
La principale fonte di sostegno delle startup innovative italiane è SMART&SMART Italia, l’ente gestito da Invitalia, finanzia progetti che prevedono investimenti da 100.000 euro fino a 1,5 milioni di euro.
In questo approfondimento si vedrà quali sono i principali attori a cui potersi rivolgere al fine di consentire alla startup una rapida crescita e consolidamento sul mercato e a quali opportunità di finanziamento decidono di rivolgersi gli startupper italiani.
Indice dei contenuti
Fasi di sviluppo di una start-up.
Come trova le risorse finanziare una startup innovativa.
Come si finanziano le startup innovative in Italia.
Qual è la fonte migliore di finanziamento per una startup.
Fasi di sviluppo di una start-up
Per la sua natura societaria, una start-up soprattutto nelle prime fasi ha bisogno di rivolgersi a tutte le opportunità che il mercato offre così da avere la liquidità necessaria per potersi sviluppare ed evolversi.
Convenzionalmente, le startup si caratterizzano per la necessità di avere bisogno di finanziamenti diversi a seconda della fase di sviluppo in cui si trovano:
Avvio:
Durante la fase di avvio, i finanziamenti possono provenire da: Business Angel, incubatori, sistemi di crowdfunding, risorse interne (parenti amici), settore pubblico. La fase di avvio di una startup consiste nell’analizzare e valutare l’idea e successivamente definire il prodotto e analizzare il mercato di riferimento.
Sviluppo:
La fase di sviluppo vede l’ingresso dei Venture Capital. È in questa fase che la società viene costituita e il prodotto, dopo aver superato la fase di test/pilota, effettivamente realizzato.
Espansione:
La fase di espansione vede ancora coinvolti i Venture Capital e vede l’ingresso dei Private Equity. La fase di espansione di una startup è molto delicata in quanto la società deve elaborare corrette strategie di posizionamento sul mercato.
Maturità:
Nell’ultima fase, la startup può accedere alla liquidità direttamente quotandosi in borsa (qualora le condizioni lo consentano) oltre che avere a disposizione risorse proprie e risorse provenienti dai Private Equity.
Come trova le risorse finanziare una startup innovativa
La necessità di finanziamenti e aiuti esterni è piuttosto comune in una startup che spesso deve fronteggiare dei costi iniziali piuttosto elevati.
Sono cinque i principali canali di finanziamento delle startup innovative.
- Risorse proprie
Avviare una startup necessita di un capitale iniziale, come ogni attività imprenditoriale. I fondatori in genere sono i primi che credono nel proprio progetto e di conseguenza sono i primi ad investire risorse proprie.
- Parenti, amici, investitori con alta propensione al rischio
La fase di avvio di una startup è particolarmente delicata perché di fatto il progetto è ancora in divenire. Risulta quindi, difficile trovare fondi sulla base di un’idea che deve essere ancora sviluppata e verificata sul mercato. Per questo motivo gli unici a cui potersi rivolgere sono i parenti, gli amici e se si conoscono investitori disposti ad investire sull’idea progettuale.
- Finanziamenti europei, nazionali, regionali
Quando l’idea progettuale entra nella fase di sviluppo, si può rivolgersi ai bandi e gli incentivi promossi a livello Europeo, nazionale e regionale. Salvo diverse indicazioni contenute nei bandi che talvolta possono prevedere un finanziamento già durante le fasi preliminari di studio e test.
- Blue Angel, Venture capital e equity crowdfunding
Un comune strumento di finanziamento consiste nel rivolgersi ad investitori privati o a fondi di Venture Capital o raccogliendo risorse attraverso il crowdfunding.
I Blue Angel o Angel Investor sono tipicamente degli imprenditori che hanno risorse finanziare da poter investire sullo sviluppo di altri progetti.
I Venture Capital possono essere considerati dei veri e propri investitori che si differenziano dai Blue Angel in quanto il loro obiettivo è esclusivamente finalizzato verso il business. In altre parole, tali professionisti si aspettano un elevano ritorno al proprio investimento e spesso potrebbero richiedere di entrare a far parte della società.
- Richiedendo un prestito alle banche
Le banche rappresentano un classico strumento in grado di fornire la liquidità necessaria per poter sviluppare ed espandere una start up innovativa. Rivolgersi ad una banca tuttavia, richiede che la startup sia in una fase di sviluppo avanzato, infatti l’istituto prima di concedere un prestito richiederà delle garanzie e di presentare un business plan al fine di valutare la validità dell’idea progettuale.
Come si finanziano le startup innovative in Italia
Come riportato dal Startup Survey , un’indagine sulle startup innovative italiane promossa dal Mise e dall’Istituto nazionale di statistica, sono ben 3 su 4 le startup che non hanno ancora registrato dei flussi di cassa in entrata o in uscita. Inoltre, il 43% delle startup innovative è composta da due soci e il 35,8% da 3 o 4 soci.
Come si finanziano le startup innovative:
- Il 73.2% delle imprese si affida in larga parte alle risorse dei soci fondatori;
- Sono pressoché irrilevanti le donazioni provenienti da amici e parenti;
- Una piccola quota di startup per l’avviamento è ottenuta rivolgendosi ai finanziamenti pubblici (3% nazionali e 7,7% regionali o locali);
- Solo l’8,2% delle startup ha ricevuto finanziamenti da Venture Capital o Business Angel, durante la fase di costituzione;
- Il 7,2% delle startup opera grazie a finanziamenti esterni portati in gran parte da altre imprese già consolidate sul mercato;
- Quasi la totalità delle imprese per avviarsi non ha richiesto un finanziamento bancario. Rivolgersi alle banche è un passaggio che avviene nel 50% dei casi quando la startup supera i 500 mila euro di fatturato.
Qual è la fonte migliore di finanziamento per una startup
L’indagine promossa dal Mise, rivela altresì che gli startupper intervistati ritengono il finanziamento ottimale quello che presenta un giusto equilibro tra debito ed equity. Le tipologie di investitori preferite sono:
- I fondi di Venture Capital per il 42,9% degli intervistati;
- Finanziamenti provenienti da altre aziende per il 42,8% del campione intervistato;
- Solo un sesto degli intervistati valuta positivamente la raccolta fondi mediante l’equity crowdfunding.
Il rapporto inoltre, evidenzia che:
- Il 68,4% delle startup dopo la fondazione non ha richiesto alcun finanziamento;
- Il 43,9% delle imprese innovative non è alla ricerca di capitali di rischio in quanto ritiene di avere sufficienti risorse proprie;
- Il 12% delle startup ha rifiutato offerte di finanziamento perché: la valutazione delle quote era troppo bassa (24,8%), le condizioni contrattuali penalizzanti (21,9%), la quota di partecipazione richiesta troppo elevata (17.8%), gli investitori hanno avanzato richieste eccessive inerenti al controllo gestionale (12,8%).