Eseguendo un numero grandissimo di prove, la frequenza relativa di un evento tende verso la probabilità dell’evento stesso. Ad esempio, se lanciamo una moneta un grandissimo numero di volte, la frequenza relativa dell’uscita “testa” tende verso la probabilità che si verifichi questo evento, cioè il 50%.
Legge dei grandi numeri.
Queste poche righe riassumono non solo la Legge dei grandi numeri, ma anche il motivo per cui mi ha incuriosito l’evento organizzato dagli Osservatori.net Digital Innovation “Oggi apriresti uno studio?”, tenutosi il 6 febbraio scorso a Milano e a cui ho partecipato. Un evento che si è fondato su una ricerca fatta su 1040 studi in tutta Italia, moltissimi dunque, con la collaborazione della School of Management del Politecnico di Milano.
Ho un’esperienza ventennale di lavoro negli studi professionali e sono quasi 10 anni che affianco i commercialisti nell’uso dei software di gestione. Non solo: essendomi diplomata in ragioneria/indirizzo programmatori, ho sempre avuto un forte interesse per l’ambito informatico, seguendone l’evoluzione nell’ambito degli studi professionali, in corso dagli anni Novanta.
Molti i passi avanti: per esempio, le dichiarazioni fiscali e i bilanci non si presentano più in forma cartacea, tramite posta e in Camera di Commercio, ma vengono inviati telematicamente.
D’altro canto, i nuovi strumenti hanno consentito sì di accelerare i tempi delle presentazioni, ma nel frattempo le norme si sono fatte più complesse, le scadenze fiscali sono cambiate e l’urgenza di formazione (corsi, eventi, convegni…) si fa sempre più pressante. Con il risultato che gli addetti al mestiere non hanno più un attimo di respiro.
Sempre di corsa, mai fermi!